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L’abbandono di Arcore

Nell’ottobre del 1993,la fine della Gilera è stata quanto di più triste e inglorioso si possa immaginare. Subito dopo le ferie estive la Piaggio annuncia di voler chiudere lo stabilimento di Arcore. Per 369 dipendenti si aprono le porte della cassa integrazione. Verso fine ottobre, Arcore viene messa a soqquadro da una grande manifestazione di protesta dei dipendenti Gilera. Tutta la cittadina partecipa e i commercianti per solidarietà tengono giù le serrande. Mai vista tanta partecipazione. Eppure non cambia nulla: la Piaggio trasferisce a Pontedera le ultime produzioni dei cinquantini e sull’area dello stabilimento iniziano a girare gli avvoltoi della speculazione. Nei giorni di massima tensione si è pure assistito a dei saccheggi. Dalla fabbrica spariscono moto intere e un numero notevole di ricambi e documenti, tanto che gli stessi emissari della Piaggio non trovano parecchie cose. Umberto Masetti dice: “Io penso che se il commendatore (Gilera) sapesse quello che sta succedendo si rivolterebbe nella tomba. Lui era nato operaio e quella moto se l’ era costruita pezzo per pezzo. Eravamo i primi nel mondo, ora siamo gli ultimi”.