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Una RV nel delta del Po

Ricordo ancora quel giorno, quando salii per la prima volta sulla mia RV rossa, fiammante. Accompagnato da mio padre la portai fuori dal concessionario con un‘emozione impressionante perché si stava realizzando un sogno quasi impossibile per un ragazzo di campagna. Io, figlio di due operai agricoli che per acquistare una moto di oltre 3 milioni di lire dovettero fare dei grandi sacrifici.

rv1985
La RV di Daniele in una foto del 1985

All’epoca, dalle mie parti, un paesino ai piedi del Po dove inizia il delta del grande fiume, non se ne vedevano di moto simili e non solo per colpa della nebbia. La massima aspirazione era una vespa ET3 primavera magari usata, al limite potevi incontrare qualche Cagiva Aletta Rossa. Da noi il boom delle 125 stradali arrivò solo dopo qualche anno. Ricordo ancora l’effetto che la RV fece sui miei coetanei, ammirata da tutti, forse anche invidiata, veniva accerchiata e scrutata nei minimi particolari. Finite le lezioni tutti fuori sul piazzale della scuola per scambiarci le moto e provare così le loro Aletta Rossa, Laverda LZ: per carità belle moto, ma poi non vedevo l’ora di ritornare sulla mia RV!

Quando sei su una RV la sensazione è quella di essere su una moto di cilindrata superiore, sei attratto dal bellissimo e completo cruscotto, dall’imponente serbatoio e soprattutto dal suo andare, più chilometri fai e più ne faresti, aspetto alquanto strano per una centoventicinque due tempi. Naturalmente dopo qualche tempo sono arrivate le concorrenti. Io ricordo l’incontro con un Honda NS125f che, in rettilineo, mi diede la paga, ma che qualche minuto dopo nel misto non riuscì nemmeno ad affiancarsi. È naturale che non puoi rimanere il numero uno ma l’RV rimarrà sempre la capostipite delle centoventicinque moderne.

Fino a qualche anno fa, la gente intorno a me mi chiedeva perché conservassi ancora questa moto seppur in pessime condizioni, praticamente inutilizzabile. Ciò che mi frenava dal liberarmene era  l’affetto che ancora provavo nei suoi confronti, sentivo che ero in debito con lei per quello che mi aveva dato nei migliori anni della mia gioventù ma soprattutto ero in debito con i miei genitori e sentivo che non li avevo ancora ripagati dei loro sacrifici. Finalmente è arrivato quel giorno, con l’aiuto del gruppo e diverse ore sottratte alla mia famiglia (e un’altra RV a fare da donatrice) ho riportato al vecchio splendore la mia moto, la mia RV.

Alcune fasi del restauro della moto di Daniele
Alcune fasi del restauro della moto di Daniele

 

Alcune fasi del restauro della moto di Daniele
Alcune fasi del restauro della moto di Daniele
Alcune fasi del restauro della moto di Daniele
Alcune fasi del restauro della moto di Daniele

Siamo ritornati indietro nel tempo, ci stiamo togliendo soddisfazioni che a sedici anni non potevamo permetterci, ma soprattutto, dopo quasi trent’anni, ho riportato la moto nel cortile della mia casa natale ringraziando così a mio modo i miei genitori felici davanti alla RV rosso fiammante.

Daniele